di Sabino Patruno
Se questo blog deve diventare una palestra in cui notai e commercialisti si prendono a botte (virtuali) tanto vale dedicarsi ad altro.
Lasciamo quindi stare da parte i commenti sui commercialisti che aiutano ad evadere il fisco e, dall'altro lato, quelli sui notai che sono preoccupati solo del loro orticello: sono discorsi sterili che non ci portano da nessuna parte.
Proviamo invece a ragionare sulle rispettive professionalità e competenze e rispettiamoci a vicenda.
Ciò che occorre chiedersi è se il sistema, come riformato, sia in grado di funzionare o meno, tutto qui. Credo che questa sia l'unica questione che interessa realmente a chi non è nè notaio, nè commercialista.
Ora, al di là di ogni considerazione di parte, mi sembra che, anche dalle opinioni espresse su questo blog, possano essere definiti alcuni punti fermi:
a - la norma è tutto tranne che perfetta, dato che lascia numerosi punti oscuri ben evidenziati nel post di Ignazio Padolecchia;
b - la norma è perfettibile, ma è necessario l'intervento del legislatore;
c - la norma ha un effetto di semplificazione molto modesto, dato che si limita a sostituire ad un intermediaro (il notaio) un altro intermediario (il ragioniere/commercialista);
d - la norma non accresce la certezza delle transazioni, dato che, al di là degli obblighi deontologici, non ci sono doveri imposti dalla legge in ordine ai nuovi intermediari per quanto riguarda accertamenti delle identità conservazione documentale, responsabilità fiscale ecc.;
e - la norma ha un buon impatto psicologico sui cittadini, i quali si sentono liberati dai costi notarili e non percepiscono i costi del commercialista.
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