sabato 16 agosto 2008

Cessioni di quote a Ferragosto

di Daniele Muritano

Il Presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili, torna sulla questione delle cessioni di quote il giorno di Ferragosto, mentre (quasi) tutti sono sotto l'ombrellone.

L'intervento fa seguito ad un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore del 14 agosto 2008, nel quale si dava notizia di un'iniziativa di alcuni notai, che rivolgendosi all'ufficio del registro delle imprese, hanno chiesto chiarimenti in merito all'effettiva portata della nuova norma (art. 36, comma 1-bis, del d.l. 112/08).

Il problema di fondo è, in sostanza, stabilire se la nuova norma ha davvero innovato l'esistente, consentendo l'immissione di dati nel registro delle imprese in mancanza di un titolo «autentico» ovvero ha fallito nel suo intento.

Siciliotti, naturalmente, propende per la prima tesi, dimenticando (o ignorando) il fatto che le norme, una volta «poste» dal legislatore, vivono di vita propria e l'elemento «psicologico» è irrilevante a fini interpretativi.

Detto questo, alcune notazioni rispetto a quanto affermato da Siciliotti, si impongono.

Afferma Siciliotti che «l'interesse pubblico e il rispetto istituzionale è per loro [i notai, n.d.r.] non già un fine, bensì un mezzo».

Aspettiamo di capire, anzitutto, il significato dell'affermazione secondo cui «il rispetto istituzionale … è un mezzo».

Quanto all'interesse pubblico, dica Siciliotti (meglio : lo dovrebbe dire chi ha redatto la norma) se l'affidabilità di un registro pubblico (tale è il registro delle imprese) è a tutt'oggi un interesse di rilevanza pubblica oppure no.

I notai (e il notariato) ritengono di sì. E, guarda caso, anche lo stesso Sole 24 Ore sembra essere sulla stessa linea laddove afferma (v. «Un registro per due», in data 12 agosto 2008; da notare che l'articolo, leggibile nella pagina "Commenti e inchieste", non è firmato, quindi è riconducibile alla direzione del giornale, il che non pare di poco rilievo) che la diminuita affidabilità del registro delle imprese comporterà maggiori costi, essendo necessarie – con riferimento alla titolarità delle partecipazioni - verifiche ulteriori rispetto a quanto risulterà dal registro (così come viene suggerito in Inghilterra, dove non esistono i notai e quindi chiunque può introdurre dati nel registro).

Riproponiamo allora la domanda : risparmio (per le imprese? ma gli atti di cessione di quote interessano i soci, non le imprese!) o spreco?

Afferma ancora Siciliotti che quella da lui sostenuta è (udite, udite) «L'interpretazione autentica del legislatore». Da giuristi, non crediamo alle nostre orecchie e ogni commento ulteriore è superfluo.

Afferma infine Siciliotti che «L'articolo 2470 … non richiede la forma della scrittura privata autenticata ai fini della validità dell'atto, ma proprio ai fini procedurali del suo deposito presso il Registro delle imprese, secondo la procedura prevista, che viene appunto derogata dall'articolo 36, comma 1-bis». 

Appunto quello che sostengono i notai: è solo la «procedura» che viene derogata, e non la «forma» dell'atto da depositare.

1 commento:

  1. sono un dottore commercialsita e sono allibito di fronte alla scarsa qualità della governance della nostra categoria. Ci si permette di scatenare una guerra ai notai quando si poteva dar luogo ad un percorso condiviso con notai ed avvocati per una semplificazione ragionata, equilibrata e qualificata delle competenze professionali. Ormai ritengo che di questo passo la nostra categoria è all'angolo anche perchè scontiamo la sciagurata operazione albo unico con la presenza di 40.000 ragionieri senza laurea ed esame di Stato. Tutto ciò unito alla scarsa capacità politico-istituzionale dei nostri vertici determinerà l'isolamento professionale dei dottori commercialisti ed il loro appiattimento verso competenze di basso livello a favore degli avvocati che faranno squadra con i notai per avere gli uni il patrocinio nelle commissioni tributarie e gli altri la presenza nei collegi sindacali. Spero che i presidenti degli ordini locali si ribellino prima che sia troppo tardi. Luigi Compagna

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