sabato 16 agosto 2008

(Ancora) Surroga e banche

di Alessandro Marzocchi

Antefatto

E' noto che il d.l. 31.1.07, n. 7, convertito con l. 2.4.07, n. 40, ha «introdotto» la c.d. portabilità dei mutui. Per la verità, la surrogazione è prevista dall'art. 1202 c.c. (approvato nel 1942!).

Il ministro Bersani, fautore del decreto, subito temette che i notai avrebbero messo «due paroline» per boicottare la novità; associazioni dei consumatori, pubblica opinione e media – chi  più chi meno – hanno sospettato antipatia preconcetta e immotivata da parte dei notai.

I notai sono pieni di difetti, ma per fortuna non hanno mai avuto il potere di decretare successo o insuccesso delle leggi, la cui fortuna è normalmente affidata alle qualità del legislatore.


Dialogo immaginario (ma non troppo; i nomi sono tutti di fantasia)

notaio Bianchi: «La Banca Nuova è fuori di testa: non vogliono capire che la surroga Bersani non è una nuova operazione ma un'operazione esistente nella quale lei si sostituisce alla Banca Vecchia. E' concorrenza, baby: l'operazione esistente viene portata tal quale dalla Banca Vecchia alla Banca Nuova; Bersani e i consumatori hanno fatto il diavolo a quattro perché fosse un'operazione elementare con costi pressocchè azzerati.

Catricalà, il garante antitrust, mica "signornessuno", ha detto che questa operazione poteva costare 100, massimo 150-200 euro.»

notaio Neri: «Bersani, consumatori e Catricalà possono dire quello che vogliono, ma la circolare ministeriale ha affermato che di fatto la formalità di surrogazione va trattata come se si trattasse di iscrivere una nuova ipoteca, e allora la Banca Nuova fa bene a guardarsi le spalle e chiedere una nuova due diligence notarile».

Bianchi: «Cambia solo la banca creditrice, nient'altro. Non c'è nuovo mutuo, non c'è nuova ipoteca: la Banca Nuova subentra (si surroga, appunto) alla Banca Vecchia nel finanziamento, nell'ipoteca e in tutti i diritti e garanzie iniziali.

Accettino la vecchia relazione notarile: non devono farmi rifare le stesse cose daccapo, sarebbe inutile spreco di risorse e avrebbero ragione gli economisti a bocciare questa mancanza di efficienza; la chiamano diseconomia, mi pare.

La Banca Nuova chiede che nella surroga si descrivano nuovamente gli immobili: comunque lavoro, se non altro per verificare che i dati attuali degli immobili siano sempre gli stessi.»

Neri: «Nessuna norma vieta di ripetere la descrizione degli immobili e se la Banca Nuova la vuole ripetere …»

Bianchi: «…paghi il lavoro extra: non sono Bersani, consumatori e Catricalà a spingere per costi ridottissimi? La Banca Nuova vuole inoltre che nell'atto di surroga si indichi cosa garantisce l'ipoteca, con indicazione diversa rispetto a quella dell'originario mutuo.»

Neri: «Se la clausola non cambia elementi sostanziali del mutuo precedente, vale quello che ti ho detto per la descrizione dell'immobile.»

Bianchi: «La Banca Nuova non accetta poi che la pubblicità dell'operazione sia eseguita dal Conservatore dei Registri Immobiliari, d'ufficio e senza spese, ma chiede che venga fatta dal notaio.»

Neri: «Hai ragione, la pubblicità potrebbe farla l'ufficio pubblico, gratis: però "di fatto" ci pensa sempre il notaio.»

Bianchi: «Vogliono sprecare risorse. C'è già un'operazione: Banca Nuova la valuti così com'è, se vuole portare via il cliente alla Banca Vecchia, faccia le sue valutazioni ma non riparta da zero. Anche l'art. 1202 c.c. – dal 1942, e Bersani non era neppure nato – ipotizza solamente la sostituzione del creditore.

Se vogliono il massimo risparmio, facciano le cose semplici, se vogliono le massime garanzie le paghino. In fini dei conti Bersani ha costruito un castello senza notaio: se il castello non sta in piedi, non si può dare la colpa al notaio.»


Domanda finale

Leviamo di torno i notai: le difficoltà della c.d. lenzuolata Bersani sparirebbero? 

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