lunedì 23 giugno 2008

L'efficienza del diritto aiuta l'economia?

Desidero riportare l'opinione di un docente califoniano, non sospettabile di simpatie notarili.
Robert Cooter ha tenuto una lezione all'Università Roma 3 (cfr. Il sistema giudiziario ? E' un fattore di crescita, di Giulio Napolitano e Andrea Zoppini, in Il Sole 24 ore, 20 giugno 2008, 19).
Robert Cooter è un nome della "Law and Economics", ed è titolare di cattedra a Berkeley, California.
La sua tesi è che lo sviluppo economico di un paese è legato al suo senso di legalità. La legalità si misura nelle regole scritte ma soprattutto nelle regole applicate sul campo. Per la sua "Teoria legale della crescita economica" ‹‹le norme non sono quelle scritte nei libri ... ma quelle dei comportamenti effettivi ... le leggi dell'India e della Nigeria sono simili a quelle dell'Inghilterra e quelle del Perù somigliano a quelle della Spagna.››
In teoria tutti possono fare tutto, ma questo è l'esatto opposto della specializzazione, che spiega perché chi si è rotto una gamba va dall'ortopedico e non dal cardiologo, anche se sono entrambi medici che in gran parte hanno seguito lo stesso percorso formativo.
Il notaio è un giurista specializzato in quei particolari contratti destinati ad archivi di pubblicità giuridica (compravendite immobiliari, ipoteche, aziende, società).
Il notaio è stato formato per essere "terzo" e come tale per garantire l'applicazione sul campo del principio generale di legalità (rule of law, si direbbe oggi); per questo il notaio è pubblico ufficiale "sopra le parti" e non consulente “di parte”, quali sono avvocati e commercialisti.
Il notaio appare antico – forse per colpa di sé stesso - eppure è modernissimo: pubblico ufficiale per garantire il principio di legalità, è contemporaneamente libero professionista per rispondere alle esigenze del cittadino e dell'economia con la flessibilità tipica del privato che rischia in proprio.
Il notaio deve far rispettare la legge, ma è poi in concorrenza con tutti i suoi colleghi: deve essere bravo e rigoroso ma anche rapido e disponibile per convincere il cliente a preferirlo. Se il cliente mi sceglie, io guadagno, altrimenti no.
Come ogni altro sistema, anche questo ha bisogno di suoi equilibri: il pubblico ufficiale è a servizio del mercato, al quale assicura il rispetto delle regole (senza il rispetto delle regole ... quale mercato vi sarebbe ?) ma non deve essere costretto a mercanteggiare, per questo è saggio dargli una complessiva sicurezza economica.
Noi notai non siamo perfetti, sbagliamo come tutti gli esseri umani anche se - è vero - i nostri errori sono rari. Grazie al lungo e severo tirocinio: quando superiamo il concorso il guadagno è ottimo ma arriviamo dopo lunghi anni di studio superando un concorso che è considerato il più difficile in Italia. Gli avvocati hanno tutti i titoli per presentarsi al nostro concorso, e molti di noi lo hanno superato venendo proprio dall'avvocatura.
Altri professionisti svolgono egregiamente il loro lavoro: avvocati, come detto, ma anche i commercialisti sono vicini a noi.
Pur essendo entrambi medici, all'ortopedico non viene in mente di fare il cardiologo e viceversa: cosa si direbbe se l'ospedale assegnasse il primariato di cardiologia ad un ortopedico ?
Perchè mai ogni tanto l'Italia si popola di bravi samaritani che - anche gratuitamente - si candidano a fare un mestiere diverso dal proprio? Sono benefattori della patria dei consumatori ai quali promettono tutto e gratis ?

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