giovedì 17 luglio 2008

Da Notaio ai Notai e da Notaio al consumatore

di Roberta Notaro


Da qualche tempo ormai mi son posta la “questione notariato” prima di tutto come una questione personale, di sopravvivenza, facendo il Notaio; poi me la sono posta come questione per la categoria, per il Paese e per i suoi cittadini.
L’unica ricchezza su cui so di poter contare è la mia preparazione professionale; altrettanto posso affermare per l’intera categoria. Il Notariato italiano è un’eccellenza formata da un piccolo esercito di esperti del diritto, dotato di grandi professionalità, capacità organizzativa, elevata specializzazione nelle materie di sua competenza (anche se qualcuno ha un po’ confuso il ruolo, pensando che sia solo una vacca da mungere, ma si tratta di una minoranza che però ha fatto e continua a fare danni alla categoria. Del resto qualsiasi categoria porta la sua croce).
Mi sono posta la questione notariato per le varie sottrazioni di competenze che via, via, in questi anni si stanno susseguendo; per le riduzioni di onorari per decreto, per i continui assalti alla diligenza delle competenze da parte di altre categorie che nulla hanno a che fare con la funzione notarile.
Si diventa Notaio solo superando il difficile concorso notarile. Punto. Conosco solo un sistema per vincere il concorso: studiare, studiare e studiare, dieci, dodici ore al giorno, senza festività o giorni comandati, per anni e anni. Fino a raggiungere una preparazione eccellente.
Ed è su questo che si fonda la grande forza del Notariato: la specializzazione e l’elevata preparazione dei suoi componenti. In altri casi si accede all’esercizio della professione, dopo la laurea, con un semplice esame di abilitazione professionale; in taluni casi basta il diploma di un istituto superiore, a volte anche conseguito alle scuole serali con i famosi cinque anni in uno. Nulla da ridire, s’intende, si tratta di professioni diverse e diverse peculiarità.
So per certo, per conoscenza diretta ed esperienza di tutti i giorni, che la maggior parte dei notai italiani, sono anche avvocati, professori, magistrati. Io, per esempio, sono anche avvocato e professore. Parliamo quindi, sempre, di persone che nella vita hanno fatto la scelta dell’elevata specializzazione, contando sulla propria capacità e merito. Null’altro.
Nessuna legge, nessuna sottrazione di competenza o nuove funzioni a terzi, potranno togliere o ridurre mai questa conoscenza. Oggi c’è la tendenza ad aggredire la categoria notarile, forse anche perché si conosce poco il suo mondo (o in alcuni casi per una certa invidia sociale) ma, volenti o nolenti, il notariato dimostra sul campo tutti i giorni di essere – e qui mi ripeto – un’eccellenza del sistema giuridico italiano (i dati sono a disposizione di tutti su http://www.notariato.it/). Un’istituzione di garanzia, per il Paese e per il cittadino.
I continui attacchi, non tendono ad attribuire competenze a terzi, bensì tendono più semplicemente a scardinare il sistema di garanzie e la funzione del notaio quale pubblico ufficiale, terzo e imparziale.
E domani ? Sul domani, non saprei che pensare. Se il Paese, e per esso il Parlamento, deciderà che non c’è più bisogno di alcune certezze, di alcune garanzie e che le funzioni notarili potranno esser delegate anche al postino, sono giunta alla conclusione che sarà un problema principalmente del Paese e dei suoi cittadini. In prima battuta il Notariato subirà il suo forte contraccolpo, ma poi, la professionalità, la capacità, la specializzazione, saprà uscir fuori.
Si passerà quindi da un notaio super partes ad un notaio di parte? Non ho alcuna idea. So solo che proseguendo su questa strada, attraverso l’erosione continua delle attività delegate ai notai, non sarà più possibile fare il notaio così com’è oggi.
A questo punto direi che, se si vuole realmente scardinare il sistema delle garanzie e lasciare tutto all’autonomia privata delle parti, o si consente anche al Notaio, vista la sua elevata specializzazione, di poter esercitare contemporaneamente la professione di notaio, di avvocato e di commercialista. Oppure vorrà dire che lo Stato discrimina una sola categoria a favore di altre. Ed in tal caso, il Notaio sarà costretto, suo malgrado, ad avvalersi delle sue diverse abilitazioni.
Ci si potrebbe chiedere: perché tutto questo ? Qualcuno si sarà pure posto la domanda, o no ? Io l’ho fatto e ho trovato una sola risposta, che nulla ha a che fare con i tanto magnificati principi liberisti, di semplificazioni, concorrenza o risparmi per il consumatore. Qui si tratta di interessi di portafogli: altre categorie vogliono attingere alle competenze notarili esclusivamente per aumentare i propri guadagni, a nulla importando i principi giuridici che stanno alla base del nostro sistema; a nulla rilevando il sistema di garanzie connesso; infischiandosene delle conseguenze che potrebbero di lì venire all’intero paese.
L’importante è ingrassare il portafogli, ora. Domani si vedrà. Di più: i controlli ed il sistema notariato in genere, piacciono poco a chi vuol fare come gli pare, infischiandosene della legalità, dell’affidabilità dei pubblici registri, della pubblica fede, delle garanzie etc etc. A questi soggetti interessa solo poter fare ciò che vogliono come vogliono. Altro che consumatori ! Altro che risparmio !
L’affidabilità del sistema notariato di diritto civile è ampiamente dimostrata, checché ne dica chi produce studi di parte, la cui verificabilità è tutta da provare.
Per ritornare alla questione notariato, bisognerebbe affrontare anche quella leggenda metropolitana che descrive il notaio come un professionista esoso. Il notaio, per la sua elevata specializzazione, potrebbe confrontarsi con altri professionisti le cui parcelle sono davvero per pochi. Invece, il notaio, è uno specialista a disposizione di tutti, con una tariffa determinata dallo Stato che, confrontata con quella di altre categorie, è ben al di sotto. Ciò perché esercita funzioni delegate dallo Stato secondo precise disposizioni. E tra queste anche il numero programmato.
Se così non fosse, le sue tariffe sarebbero ben più elevate ed adeguate allo standard di specialisti ad esso paragonabile, che potrebbero permettersi di pagare solo i più abbienti. E’ questo che si intravede all’orizzonte? Ancora una volta, non saprei che dire. Però questa considerazione, egoisticamente, mi potrebbe rassicurare, sapendo che comunque la professionalità e la specializzazione anziché essere per tutti, sarà almeno per quei ricchi, disposti a pagare uno specialista.
E la coppia di impiegati che con grandi sacrifici si accinge a comprar casa ? E per gli anziani e le piccole imprese ? Mi spiace, per quella giovane coppia ci sarà pure qualche avvocato low cost & low study o ragioniere del cinque in uno alla scuola serale disposto a mercanteggiare per una prestazione professionale di pari livello.
Solo a titolo esemplificativo, provo a mettere a confronto alcune tariffe di avvocati e commercialisti con quelle dei notai.

Onorari per un contratto preliminare di vendita di immobile del valore di 100.000,00 euro (nel caso del notaio si fa riferimento al rogito definitivo)
Avvocati
circa 5.000,00 euro
Commercialisti
circa 5.000,00 euro
Notai
1.541 euro

Onorari per un contratto preliminare di vendita di immobile del valore di 200.000,00 euro (nel caso del notaio si fa riferimento al rogito definitivo)
Avvocati
circa 9.000,00 euro
Commercialisti
circa 9.000,00 euro
Notai
1.750 euro

Onorari per un contratto preliminare di vendita di immobile del valore di 300.000,00 euro (nel caso del notaio si fa riferimento al rogito definitivo)
Avvocati
circa 13.000,00 euro
Commercialisti
circa 12.000,00 euro
Notai
2.083 euro

Onorari per un contratto preliminare di vendita di immobile del valore di 1.500.000,00 euro (nel caso del notaio si fa riferimento al rogito definitivo)
Avvocati
circa 45.000,00 / 50.000,00 euro
Commercialisti
circa 33.000,00 / 38.000,00 euro
Notai
3.200,00 euro

Elaborato dalla tariffa dell’Ordine degli Avvocati di Roma http://www.ordineavvocati.roma.it/Documenti/Tariffe.pdf
Elaborato dalla tariffa del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Commercialisti http://www.cndc.it/CNDC/Documenti/normetariffa/TariffaEuro.pdf )


Qualche altro esempio pratico: Cessione di quote sociali (come da proposta di legge)

Consulenza e atto notarile su cessione di quote da 100.000 a 140.000 euro
Notaio
euro 1.000


Consulenza contrattuale su cessione di quota di 100.000 euro

Commercialisti
da 2.100 a 5.200 euro

Avvocati
da 3.500 a 8.652 euro



Consulenza e atto notarile su cessione di quota di 5.000.000 di euro
Notaio
euro 3.000

Consulenza contrattuale su cessione di quota di 5.000.000 di euro
Commercialisti
da 20.500 a 72.700

Avvocati
da 24.365 a 87.745 euro


(Elaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato)


Credo che non ci sia bisogno di alcun commento, i dati parlano da sé. Si va da un onorario da tre a sei volte superiore a quello del notaio a seconda del valore, con l’ulteriore considerazione che, per avvocati e commercialisti, trattandosi di professionisti di parte, ogni contraente avrebbe a fianco il suo consulente (con conseguenti costi).
Allora da cosa nasce la leggenda metropolitana che il Notaio è caro ? Evidentemente dal fatto che il Notaio, insieme al suo onorario, riscuote anche le imposte e le tasse per conto dello Stato che, ad onor del vero, il più delle volte, costituiscono importi notevoli.
In definitiva, a chi giova scardinare il sistema notariato ? Non di certo allo Stato, il quale trova certezza e legalità dagli interventi notarili, senza sopportare alcun costo e con la garanzia di riscuotere le tasse e le imposte relative ai singoli atti (anche se non riscosse); non di certo ai consumatori, i quali si troverebbero a dover scegliere tra diversi professionisti con costi più elevati di quelli del notaio, con minori specializzazioni (si parla di materie prettamente notarili) e con minori garanzie.
Di certo chi ne subirebbe le conseguenze sono proprio lo Stato ed i cittadini, vuoi principalmente per l’incertezza dei traffici giuridici nascente in considerazione dello scardinamento del sistema notariato italiano; vuoi per il collasso quasi certo del sistema giustizia italiano in considerazione dell’aumento esponenziale del contenzioso (oggi pari a zero), senza considerare l’inattendibilità dei pubblici registri se alimentati da soggetti diversi dai pubblici; e di tutto ciò, chi ne pagherebbe le conseguenze in via diretta è proprio il cittadino.
Paradossalmente, seppur nel breve periodo ne sarebbe la principale vittima, da tutto ciò proprio il notariato ne potrebbero uscire rafforzato, con un notariato tutto nuovo, sempreché gli sia consentito di dimostrare la propria competenza e professionalità.
Resta da capire su quale sistema economico si andrebbe a rafforzare: se nell’incertezza dei sistemi terzomondisti o in quale altro ancora. Difficilmente tra i sistemi occidentali evoluti.
Chiudendo queste lunghe riflessioni di un qualsiasi giorno di lavoro, non mi resta che ripensare ad un calzante adagio toscano: che sarebbe meglio se ognuno facesse i’ suo !

2 commenti:

  1. E delle parcelle di quei grandi studiosi del diritto che sono i mediatori immobiliari non vogliamo parlare? Ah si, fanno un grande servizio ai consumatori.
    Che disgusto!!! Che paese da quinto mondo!!!!

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  2. I dati pubblicati non fanno che confermare che queste presunte liberalizzazioni non sono che manovre elettorali per ingraziarsi categorie numericamente enormi rispetto a quella notarile, che chiaramente viene sacrificata.
    La cosa che più disgusta è che come al solito si prendono per i fondelli i consumatori dando loro in pasto il capro espiatorio notaio con promesse di risparmi del tutto false, anzi come dimostrato i costi sarebbero enormemente moltiplicati senza la medesima qualità tecnico giuridica.
    La verità è molto semplice: i notai, essendo pochi, possono fare le tariffe ministeriali perchè hanno assicurato un certo numero di atti, essendo sparsi sul territorio in funzione della popolazione e dei traffici, ed essendo un vero e proprio servizio pubblico con tutti gli oneri connessi; viceversa ad es gli avvocati, essendo un'enormità, devono necessariamente avere una tariffa enormemente più alta, e non certo a parità di preparazione specifica, in quanto il loro numero consente di fare molti meno atti pro capite di quelli che fanno i notai, pubblici ufficiali necessariamente a numero chiuso.
    Ma queste cose facilissime da capire - e che portano alla altrettanto facile conclusione che per il cittadino è molto meglio avere un notaio che paga 1500 euro, gli fa consulenza gratuita e gli garantisce un contratto perfetto coi relativi adempimenti, piuttosto che un avvocato che ne costa 5000 e che non si sa che garanzie gli darà del buon fine dell'operazione - sono evidentemente troppo ostiche per una società e per un legislatore come quelli attuali, in cui spesso veline e parlamentari risultano fungibili...
    Non è che forse, dopo tanto silenzio, sarebbe ora per la categoria di farsi sentire, di reclamare i proprio spazi su quei mass media che costantemente la massacrano per portare finalmente dati numeri e verità, contro il pressapochismo e l'imbecillità dilaganti?

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